Ho tolto tutte le erbacce che avevo lasciato crescere e che in fondo mi avevano dato una mano a mantenere la terra più umida come una sorta di pacciamatura viva, poi ho eliminato definitivamente le piante di pomodoro e quelle di cetriolo disturbando un sacco di lumache e limacce che sonnecchiavano sotto il bordo dei vasi e sul loro fondo esterno. Ne ho raccolto un paio di manciate e le ho portate in "villeggiatura" in un giardino incolto e abbandonato vicinissimo a casa... tanto so che poi ritornano...
Finalmente ho raccolto un paio di zucche già belle mature lasciando le altre ancora un po' nell'orto insieme alle zucchine di Albenga che ancora non si sono stancate di produrre. Ho lasciato il tagete ad illuminare l'orto insieme ai fiori di zucca, perché molte piante hanno ormai perso la brillantezza dell'estate, le foglie delle zucche si stanno rinsecchendo e danno all'insieme un aspetto un po' desolato.
E poi naturalmente c'è l'uva fragola matura, dolcissima e profumata, ci sto facendo tante schiacciate che appena sfornate mi riempiono la casa di un profumo irresistibile, intanto continuo a sfruttare il pergolato come sala da pranzo, almeno finché dura e probabilmente proprio perché so che presto l'autunno ci chiederà il conto, il giardino mi sembra ancora più magico e questi pomeriggi ancora più belli.
Visto lo spazio ridotto non ho programmato semine e trapianti autunnali, solo un po' d'insalatina e di rucola in vaso e poi, anche per quest'anno, chiuderò il capitolo orto.
Come ogni anno sento un po' di malinconia, ogni volta ho la sensazione di chiudere anche un capitolo della mia vita; riponendo gli attrezzi, portando al riparo i vasi, preparando il giardino per l'inverno sento sempre quella sensazione di smarrimento che si prova dicendo addio a qualcosa e poco importa se questo è solo in fondo un arrivederci, la primavera sembra così lontana...
Il piacere di leggere...
Infine, prima dei saluti, posto qualche pagina di questo bellissimo libro: "Diario di campagna di una signora inglese dei primi del novecento" di Edith Holden, scoperto accogliendo il suggerimento di molte blogger, l'ho cercato e scovato in biblioteca e mi sono persa tra le immagini stupende, le poesie e le semplici annotazioni di vita quotidiana di questa signora di campagna.
Si legge sulle prime pagine del libro: "copia del facsimile di un diario naturalistico per l'anno 1906. Edith Holden ha annotato in parole e disegni la flora e la fauna della campagna inglese attraverso il ciclo delle stagioni."
E ancora: "scoperto per caso nella biblioteca di una quieta casa di campagna inglese è il diario autentico di una giovane donna del primo Novecento interamente scritto a mano ed edito in facsimile. Rivivono nei suoi deliziosi acquerelli scene campestri, gli umori della terra, il trascorrere delle stagioni..."